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Mille bolle...

11 Febbraio 2014
di Gianbattista Tagliani @gian2910

Alan Friedman ha sparato l’ultimo colpo di una serie infinita di scandali e “casi” che ormai ben poco turbano gli italiani. Il libro inchiesta Ammazziamo il Gattopardo “rivela” i retroscena della fine del governo guidato da Silvio Berlusconi e l’ascesa in politica di Mario Monti.
Ieri l’homepage di Corriere.it proponeva alcuni stralci delle interviste fatte dal giornalista americano ai protagonisti di quella fase storica: Mario Monti e Carlo De Benedetti. Protagonisti in veste di Premier in pectore, Mario Monti e del gran consigliere Carlo De Benedetti. Giorgio Napolitano ha svolto delle consultazioni prima della caduta del governo Berlusconi. Ho usato l’indicativo e non il condizionale all’italiana perché le indiscrezioni di Friedman erano notizia conosciuta al tempo e sono state confermate oggi da tutti i protagonisti. 
La notizia relativa alle consultazioni sarebbe (e qui il condizionale è d’obbligo) la prova provata di un complotto ordito da King George per sabotare prima ed abbattere poi un governo eletto e legittimato da una maggioranza parlamentare. Tra giugno e luglio 2011 ricorda Monti, diversi segnali gli hanno lasciato intendere che se lo spread (che in quel periodo era in crescita attestandosi attorno ai 250 punti) fosse cresciuto ancora, il Presidente Napolitano gli avrebbe affidato l’incarico di formare un nuovo governo. In ragione di questa sensazione Mario Monti avrebbe fatto un proprio giro di consultazioni preliminari con alcuni personaggi chiave della finanza italiana, Corrado Passera e Carlo De Benedetti.
Friedman ha ricostruito quei giorni con ordine e intervistando e contro intervistando i protagonisti. Monti m’ha detto questo, lei conferma o smentisce? De Benedetti m’ha detto quest’altro. Conferma o smentisce? Il metodo è quello anglosassone, che personalmente considero quello giusto.
Conseguenza delle anticipazioni sul testo di Friedman è stata l’italicamente tipica mitragliata e contro mitragliata di vesti stracciate dall’indignazione, accuse strillate e via dicendo. Ma cosa c’è di nuovo in tutto ciò? 
Anche la sfrenata vanità di Monti che parla con eccessiva facilità e disarmante imprudenza ai microfoni di un reporter noto per la sua fame di scoop, non rappresenta nulla di nuovo.
Il sospetto che si tratti di un’ennesima bolla, magari montata ad arte credo sia lecito. Mi spiego.
La notizia apparsa sul sito del Corriere della Sera, ha occupato una posizione di notevole visibilità sull’home page del quotidiano. Eppure in serata pur essendo in onda contemporaneamente 3 programmi di approfondimento politico (Piazzapulita su La7, Quinta Colonna su Rete 4 e Presa Diretta su Rai 3), solo una, Piazzapulita, ha trattato l’argomento. 
E’ senz’altro curioso che il press corp italiano abbia trattato uno scoop così dirompente su un canale con così basso ascolto e per altro che non raggiunge neanche tutta la popolazione. In più, la scelta degli ospiti della trasmissione, condotta dal sempre più bravo Corrado Formigli (ma anche sempre più in apparente imbarazzo per il taglio scandalistico delle notizie che sembra esser costretto ad usare e che sembra essergli  estraneo) sembrava mirata a far percepire al pubblico le rivelazioni di Friedman come una solita bolla mediatica
Due i politici a commentare. Daniela Santanchè che per quanto abbia abbassato il tono (della voce), mai si sognerebbe di abbassare i toni (del dibattito) e Simona Bonafè, preparata e garbata ed in evidente difficoltà a sviluppare un ragionamento al cospetto di una sbranatrice di professione. Due politici, dicevo, tre giornalisti e il Prof. Becchi.
I tre giornalisti erano l’autore, Alan Friedman, piuttosto noto  negli anni 90 ma la cui popolarità si è consumata rapidamente. Vittorio Zucconi, voce dell’editore cui per primo era stato proposto il testo e che l’ha scartato e Peter Gomez, notoriamente critico nei confronti di Giorgio Napolitano ma se possibile, pregiudizialmente ancora più ostile a qualsiasi cosa dica Daniela Santanchè. 
Cinque persona insomma che ben poco potevano (e soprattutto volevano) approfondire e dibattere del contenuto del libro. Anche perché sia il Presidente Napolitano a Strasburgo, che Monti e De Benedetti hanno confermato quanto ricostruito e se ne sono assunti pienamente la responsabilità, argomentando le scelte fatte al tempo e spiegandone le dinamiche.
Dunque, anche se il contesto (la puntata di Piazzapulita) non fosse il più favorevole perché venisse svelato, dov'è lo scoop? 
Se poi mi si concede un po’ di malizia, come si può pensare che sia proprio RCS ad offrire l’ascia al boia per far fuori Napolitano quando il neo portavoce del presidente, Maurizio Caprara è proprio una delle penne più autorevoli del Corriere della Sera, oltre che persona trasversalmente apprezzata, rispettata e stimata, ma disponibile a pettegolezzi o chiacchiericci di palazzo?

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