Passa ai contenuti principali

Addolcire le pillole (New link 10/10/13)

di Gianbattista Tagliani @gian2910

Il 26 Settembre scorso il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato per mano di Ben Quinn un'indiscrezione su un cambio di strategia mediatica del Ministero della Difesa di sua Maestà la Regina.
Il primo passo sarà quello di moderare il profilo cerimoniale del rientro delle salme dei caduti in azione nei vari scenari dove le forze armate inglesi sono coinvolte.
La seconda proposta suona come un'imbeccata dei cugini USA: graduale disimpegno di forze regolari e maggior coinvolgimento di contractors, veicoli privi di insegne e forze speciali.
Un thinktank del Ministero della Difesa infatti avrebbe evidenziato come l'opinione pubblica sia meno turbata in caso di vittime tra i reparti d'elite o tra mercenari.
Le prime reazioni da parte delle famiglie dei caduti sono state piuttosto aspre; Deborah Allbutt, moglie di Stephen caduto sotto fuoco amico, nel 2003 in Iraq ha bollato il new deal mediatico inglese come "nascondere la polvere sotto al tappeto, mortificando chi è pronto a dare la vita per il proprio paese".
Il documento, redatto dal Centro Concetti e Dottrina, definendo gli stadi del piano di riforma della comunicazione della Difesa, "mirato alla riduzione dell'emotività del pubblica per le perdite in operazioni militari, deve inculcare la convinzione che combattere possa comportare sacrifici e perdite e che questi rischi sono assunti consapevolmente e volontariamente come parte del proprio impegno professionale". 
La reticenza dell'opinione pubblica inglese all'ipotesi di un coinvolgimento nel conflitto siriano ha suggerito un'ulteriore accorgimento. Il documento del DCDC infatti sottolinea come le ragioni del coinvolgimento in un conflitto devono "essere diffuse al pubblico in modo chiaro".
Sempre lo studio infatti rileva che forze armate e Governo siano stati ingannati da un presupposto errato secondo cui il pubblico sarebbe diventato "meno propenso al rischio" in seguito alle campagne di Iraq e Afghanistan.
"Storicamente, una volta che si è convinto il pubblico che c'è un interesse alla base del conflitto, questo è più disponibile a sostenere i rischi e ad accettare l'eventualità di vittime come conseguenza dell'uso della forza."
A sostegno di questa tesi sono stati ricordati i dati relativi ad un robusto consenso in altri conflitti del passato come il conflitto delle Falkland e le operazioni in Irlanda del Nord. "Qualora l'opinione pubblica, non sia convinta della valenza, a tutela del proprio benessere, dello sforzo bellico, sarà meno incline ad accettare che feriti o vittime facciano parte del gioco"
Il documento prosegue aggiungendo che "Il pubblico è più informato, così come il nemico ha imparato a sfruttare i nuovi media e dunque convincere il popolo della necessità di accettare i rischi di un conflitto è diventato più difficile e non di meno essenziale".
Leggere di questo rapporto, collocandolo in un contesto più generale di nuovi equilibri geopolitici, non può non indurre una certa inquietudine.
Gli USA la nazione, storicamente più propensa e impegnata in campagne belliche, oggi è in piena fase evolutiva.
Grazie all'autosufficienza energetica, recentemente acquisita, sono in fase di ridefinizione di obiettivi e strategie geopolitiche. Ma soprattutto, per la prima volta nella storia contemporanea, è oggetto di dibattito il ruolo degli USA come supremo custode e promotore della libertà.
Questo sembrerebbe essere il fondamento del forte impulso che l'Amministrazione Obama ha dato all'uso di droni o forze speciali per "eliminazioni chirurgiche" del nemico. Un nemico non più identificabile come espressione di una nazione ma piuttosto una rete di individui accomunati da un'unica missione. 
L'inquietudine citata poco fa nasce dal rilievo che lo spirito che anima questa "rivoluzione comunicazionale" della Difesa somigli molto allo spirito che ha determinato il restyling mediatico delle istituzioni finanziarie uscite malconce dalla crisi del 2008.
Prima della crisi la matematica finanziaria, la scienza preposta all'invenzione di nuove soluzioni d'investimento, si atteneva ai principi della scuola classica. Un modello matematico chiuso (a variabili impreviste) fondato su una sequenza logica di cause ed effetti sostenuta da dati statistici compilativi e previsionali. 
Sono sintesi giornalistiche, non quelle di un esperto di statistica o matematica finanziaria ma sono il frutto di domande e risposte rivolte e condivise con veri sapienti del settore.
La crisi del 2008, oltre agli effetti sull'economia reale ha indotto il sistema finanziario, all'epoca sul banco degli imputati mediatici (ahimè mai su quello di un'aula di tribunale) a rifarsi il trucco. E' iniziata ad emergere una nuova scuola di pensiero matematico finanziario. Una scuola che non ignorava variabili imprevedibili, come la scuola classica, ma che addirittura non le prevedeva soltanto. Si fonda infatti, sull'assunto che eventi imprevedibili (cigni neri), anche fortemente negativi, se considerati con distacco in quanto eventi rari ma statisticamente prevedibili, possono essere letti anche come opportunità.
Un infusione d'ottimismo per le masse. Un'occasione per dar libero sfogo a bramosia ed ingordigia per le elites danarose transnazionali.
La seconda Guerra del Golfo infatti, oltre che una ghiotta occasione, per pochi happy few, di arricchimento smisurato quanto impudico (vedi vicenda appalti Haliburton), è stata anche propulsore e motore di tutta un'era di relativa prosperità e stabilità economica americana.
Quello del Ministero della Difesa Inglese, sarà dunque solo uno degli step di una strategia più complessa secondo cui, non è tanto questione di celebrare il sacrificio dei soldati caduti o di onorarne la memoria, ma piuttosto una tappa del percorso che porterà i popoli ad interpretare un "cigno nero" (come un conflitto od un attacco terroristico) un'opportunità, un impulso positivo mirato ad un obiettivo riconosciuto e condiviso: la crescita del benessere?


Quattordici giorni dopo aver pubblicato questo articolo, sono incappato in quest'altro pezzo sul tema che vi cito per approfondimenti

Il Daily Mail dell'11 Ottobre 2013


















Post popolari in questo blog

Italy's weakness

16 Ottobre 2014 di Gianbattista Tagliani @gian2910 This short post is meant to offer the most realistic idea of why Italy is an exception if compared to modern democracies.   Professor Gianfranco Pasquino, one of Italy’s most important political experts, explains the concept of democracy while answering to a mail sent to Coffee Break a political morning show aired by La7.  “Democracy is exactly where everybody has the right to express himself and where “somebody”, at last,  shall summarize and find the proper compromise within each position. A popular vote will then eventually approve the choice of who’s in charge.” In other words ideologies, political parties and the act of voting itself  are meaningless. Everybody is a “legislator” and everybody, even if expression of a micro minority, shall have the power to oppose or even to block  any majority’s initiative.  Why, then, should a candidate or a party aim to obtain the majority of voter’s consensus?  Gianfran

A domanda risponde. Un plauso al Ministro Bonino

29 Ottobre 2013 di Gianbattista Tagliani @gian2910 Oggi 29 Ottobre sul sito di Repubblica è stata pubblicata un'intervista al Ministro Bonino. Emma Bonino si trova a Milano per la presentazione Centro Euro Mediterraneo per le PMI (Fondazione EMDC). Incontrando la stampa si è sentita subito rivolgere delle domande sul Datagate. ( vedi vdeo ). Il Ministro ha correttamente e doverosamente precisato che non è materia di sua competenza ma della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Copasir e dei Servizi. Ha commentato i recenti sviluppi auspicando una soluzione rapida non solo nell'interesse dei soggetti spiati ma anche e soprattutto degli amici/alleati USA. Non appena un altro cronista ha incalzato il Ministro sul tema con altre domande la Bonino ha cortesemente quanto fermamente ribadito che le domande a cui avrebbe risposto sarebbero state solo quelle per le quali fosse stata competente ed in grado di fornire risposte adeguate. Piuttosto evidente è apparso lo sconforto

Interrogativi sulla Cancellieri

19 Novembre 2013 di Gianbattista Tagliani @gian2910 Ma perché Letta e Napolitano blindano Cancellieri? Non é un atto politico nei confronti del governo la sfiducia. La contestata inopportunità del ministro non ha rilevanza politica reale, se non in un paese di quaccheri, non in senso metaforico, in senso stretto. Per cui mi viene spontaneo pensare che se Premier e Presidente della Repubblica ci mettono la faccia con tanta determinazione, questo sia perché la Cancellieri é una fuoriclasse, una di cui non puoi fare a meno per realizzare il tuo piano. Però nessuno lo dice in modo particolarmente netto e chiaro. Certo, in quest'era di Inquisizione 2.0 non ci si deve esporre troppo sennò ci si compromette (Cancellieri insegna per l'appunto). Quindi, malizioso, fantastico su "altro". In ogni caso, mi spiacerebbe se non si votasse una sfiducia perché sarebbe l'occasione di un evento storico per l'Italia...un precedente per il futuro. La prima volta in cui