Passa ai contenuti principali

Lo stratagemma di Matteo: il Renzionario

11 Febbraio 2014
di Gianbattista Tagliani @gian2910

Da quando si è insediato a Palazzo Chigi, Matteo Renzi ha adottato uno stratagemma comunicativo molto efficace quanto astuto. Fino ad oggi il politico medio italiano, di fronte ad una contestazione, rispondeva con formule tipo “chi mi ha preceduto non ha fatto/detto che cose sbagliate e per questo sono fortemente penalizzato” oppure “appena insediato ho scoperto un buco di bilancio” ecc. In altri termini si deresponsabilizzava caricando tutte le colpe del caso su altri. Questo, in seguito, s’è rivelato essere uno dei principali fattori che ha determinato l'attuale frattura tra società civile e classe politica. Il cittadino ha presto smesso di credere a quelle che suonavano sempre più come scuse ed ha finito col disaffezionarsi alla politica. Matteo Renzi invece ha adottato un nuovo vocabolario, un vocabolario molto più "smart" anche se in termini strettamente logici, di dubbia correttezza. Ci sono stati già diversi episodi in cui venivano contestati dei fatti, direttamente al premier o ad altri membri del suo governo. La contraddizione per aver scalzato Enrico Letta, dopo aver dichiarato che non lo avrebbe fatto mai, assolutamente mai. O ancora il caso Gentile, per cui la stampa ha evidenziato l'anomalia della richiesta di dimissioni per il neo sottosegretario NCD, ma non degli altri 4 sottosegretari indagati, riproponendo la cosiddetta questione del doppio pesismo del PD nell'applicazione del codice etico.
Di fronte a queste contestazioni Matteo Renzi ha saggiamente optato per non rispondere secondo costume. Invece che auto assolversi ha piuttosto ribaltato il concetto, concentrando l'attenzione sulla propria figura. Con passione invita l'interlocutore a non polemizzare ma piuttosto a sostenerlo perché è nell'interesse di tutti che abbia successo. Ragionevole, concreto, pragmatico. Rimanendo su un piano prettamente logico, questo atteggiamento sottintende, però, la probabilità che i suoi predecessori non abbiano fallito per colpe proprie ma perchè non adeguatamente sostenuti dalla cittadinanza. Anche se il vero sottinteso è che chi lo ha preceduto non ha mai lavorato in quello di tutti ma solo nel proprio, di interesse . Al di la dei rilievi tendenzialmente manichei di chi, come me, vive monitorando, ascoltando, analizzando ogni parola dei nostri politici, il new deal linguistico inaugurato da Matteo Renzi ha un notevole effetto motivante sulla popolazione. Gli Italiani, per quanto sostengano sistematicamente il contrario, hanno sempre privilegiato le forti personalità, quelle capaci di caricarsi sulle spalle il gruppo e di portarlo alla vittoria. Berlusconi ha rappresentato questa figura per anni prima che si auto delegittimasse con comportamenti pubblici e privati troppo compromettenti. Renzi, che tutto è meno che uno sprovveduto, ha studiato molto nell'ultimo lustro. Ha saputo prendere quello che di buono è stato fatto in passato, aggiungendoci la propria ricetta e l'ha presentato con un dizionario nuovo, il Renzionario.

Post popolari in questo blog

Addolcire le pillole (New link 10/10/13)

di Gianbattista Tagliani @gian2910 I l 26 Settembre scorso il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato per mano di Ben Quinn un'indiscrezione su un cambio di strategia mediatica del Ministero della Difesa di sua Maestà la Regina. Il primo passo sarà quello di moderare il profilo cerimoniale del rientro delle salme dei caduti in azione nei vari scenari dove le forze armate inglesi sono coinvolte. La seconda proposta suona come un'imbeccata dei cugini USA: graduale disimpegno di forze regolari e maggior coinvolgimento di contractors, veicoli privi di insegne e forze speciali. Un thinktank del Ministero della Difesa infatti avrebbe evidenziato come l'opinione pubblica sia meno turbata in caso di vittime tra i reparti d'elite o tra mercenari. Le prime reazioni da parte delle famiglie dei caduti sono state piuttosto aspre; Deborah Allbutt, moglie di Stephen caduto sotto fuoco amico, nel 2003 in Iraq ha bollato il new deal mediatico inglese come "nasconde...

L'Unità è il nostro giornale

29 Luglio 2014 di Gianbattista Tagliani @gian2910 Sull'homepage del Corriere della Sera online, di oggi 29 Luglio 2014 Manuele Bonaccorsi aggiorna i lettori sulla vicenda della messa in liquidazione de L'Unità testata storica del PCI prima e DS poi, fondata da Antonio Gramsci.  Bonaccorsi riporta la notizia che nei giorni scorsi il tribunale civile di Roma ha emesso tre ingiunzioni di pagamento per una somma complessiva di circa € 110 milioni (al netto degli interessi di mora) a favore di alcune banche (BNL, Intesa San Paolo e Banca Popolare).  Il "debitore"destinatario delle ingiunzioni? Palazzo Chigi. Non ci sarebbe alcuna notizia se non fosse che il debito da sanare non è stato prodotto dal Governo ma dalla testata fondata da Gramsci. Palazzo Chigi è incappato in quest'inattesa grana in ragione di un provvedimento promulgato del governo presieduto da Romano Prodi nel 1998. Fino a quella data lo stato era garante dei debiti della testata ma dopo quell...

God save l'arbitro

2 Maggio 2014 di Gianbattista Tagliani @gian2910 Paradossi italici: Antonio Conte, nel corso della conferenza stampa dopo il pareggio con il Benfica, costato l'eliminazione dalla semifinale di Europa League, alla Juventus, analizzando la partita, ha evidenziato la tattica ostruzionistica dell'avversario, tattica agevolata da una conduzione arbitrale infelice. Fatto: la Juventus eliminata dal Benfica. Cause: avversario arroccato oltre all'arbitro compiacente. E da lì son seguite infinite disamine, interpretazioni, approfondimenti, virgolettati e via dicendo. L'arbitro, secondo italica antonomasia è "cornuto", "vivisezionabile", "processabile" ed inevitabilmente "crocifiggibile"....  Miglior esempio di costume italico della dissacrazione dell'autorità, non c'è. In termini logici questo modus è il naturale effetto dell'art. 2043 del Codice Civile: "Qualunque  fatto doloso o colposo che cagioni ad altri un da...