Passa ai contenuti principali

Obiettivo sconosciuto

Pochi giorni fa ho letto un approfondimento, molto efficace, sulle recenti mobilitazioni di piazza, di James Surowiecki per il New Yorker. Per Surowiecki, dopo le manifestazioni brasiliane erano diventati troppi gli indizi perché non si definisse l'ultimo biennio come quello della rivoluzione della "middle class". 
Pochi giorni dopo Francis Fukuyama del WSJ è tornato sul tema con alcuni spunti nuovi ed interessanti. L'aspetto per me incuriosente e per certi versi misterioso è lo spirito che anima la mobilitazione globale. Il primo vero esempio di rivoluzione borghese è stata quella francese. Gli intellettuali, gli artigiani, gli artisti e le prime forme di industriali si contrapponevano ai nobili proprietari terrieri, privilegiati per diritto dinastico, perché venisse riconosciuto il principio di uguaglianza o egualitarismo. 
Nel 1980 40.000 impiegati e quadri FIAT sfilarono per Torino in quella che si ricorda come la marcia dei "colletti bianchi". 
Alla fine degli anni 90 si sono iniziati a diffondere i primi movimenti no global, promosso ed animati da giovani espressione della global "middle class"
Ho citato questi esempi perché in ognuno di essi lo spirito che ha alimentato la protesta è sempre stato ispirato ad un principio. "Libertè egalitè fraternitè", il motto della rivoluzione francese, il "no" alla globalizzazione, quello del popolo di Seattle ed il rispetto dell'altrui diritto al dissenso quello della marcia dei colletti bianchi.
Le piazze di Istanbul, Rio, San Paolo ecc, per quanto la sequenza storica degli eventi ci induca a ritenerle la naturale evoluzione degli episodi appena citati sono frutto di un fattore che rappresenta una netta soluzione di continuità con il passato. 
James Surowiecki rilevava che per quanto la borghesia brasiliana del 2013 sia ben più agiata della stessa del 2003, quella odierna sia profondamente più insoddisfatta e frustrata di quella del decennio scorso. Il fattore scatenante l'insoddisfazione è il "divario", termine scelto dal politologo Samuel Huttington, per definire l'incapacità della società di soddisfare la crescente aspettativa di progresso economico e sociale. 
Il concetto del "divario" era stato inquadrato nel 2012 dal Moises Naim su El Pais accomunandolo al termine greco antico di Hybris: "Quando gli dei vogliono distruggere qualcuno prima lo fanno impazzire. Questo è quanto credevano i greci classici. Secondo loro uno dei modi con cui gli dei annichiliscono una persona è coprendola di successi, prosperità e fama. Il successo induce la persona ad una fiducia in se stessa tanto smisurata che inevitabilmente la porta a commettere errori ed eventualmente alla catastrofe".
Applicando il concetto al contesto contemporaneo il malcontento globale montante sarebbe da attribuire all'improvviso incremento delle aspettative di benessere della "middle class"
Qui si nota la differenza principale tra i primi moti borghesi e gli attuali. 
Se i primi erano ispirati a principi i secondi sono l'effetto di un bisogno di consumo. 
I fattori che hanno determinato questo incremento di aspettative sono molteplici e a mio avviso, molti di essi ci sono ancora sconosciuti. Lo sviluppo della comunicazione ha fatto si che tutti si sappia tutto di tutti e dunque si abbia anche modo di conoscere gli standard di benessere degli altri abitanti del pianeta, dai più fortunati (fortemente promossi dai media) a quelli dei meno fortunati. Le "élites" mondiali poi hanno fatto tutto meno che impegnarsi ad un "low profile", esibendo sempre più di frequente il loro possedere gli oggetti del desiderio dei più. Ma la comunicazione non è altro che un veicolo. Il lusso di una volta rappresentava un mito per chi non vi aveva accesso. E  non vi poteva accedere letteralmente; sui grandi transatlantici, ad esempio,  i passeggeri delle classi inferiori non potevano neanche vedere quelli della prima classe, e così in molti altri casi, dai circoli sportivi a quelli ricreativi e via dicendo. Oggi invece se non posso vedere con i miei occhi o toccare con le mie mani, posso comunque vedere e "toccare" virtualmente attraverso i mezzi di comunicazione di massa. La natura predatoria dell'uomo, così intensamente e frequentemente sollecitata distorce la percezione reale delle cose e trasforma il mito, obiettivo di tutta una vita, in una legittima aspettativa, immediata. Basti pensare che le generazioni del dopoguerra italiano si sono indebitate fino all'insostenibile per comprare una lavatrice od un televisore mentre oggi si considera un diritto da assicurare e difendere a tutti costi, quello di una coppia di neo laureati di essere proprietari di una casa. 
La criticità sta nel fatto che questa volta non c'è una soluzione reale al problema. Se in un domani prossimo dovessimo tutti essere proprietari di casa, possedere ogni bene di consumo agognato oggi e vivere in un contesto di oggettivo benessere diffuso, secondo le teorie appena riportate saremmo ancor più insoddisfatti di oggi. Sarebbe un escalation inarrestabile verso il nulla o la pazzia, l'Hybris della grecia antica. Inoltre chi oggi guida e fomenta questo costante ingrassamento delle aspettative di prosperità (media, advertising, e sistema bancario/finanziario) si espongono pericolosamente al rischio di essere "depredati" dalla natura umana.

di Gianbattista Tagliani Scoop.it

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Lupo e il Cane (Fedro)

3 Novembre 2013 di Gianbattista Tagliani @gian2910 In questi ultimi giorni assistiamo ad un ripetuto botta e risposta, Governo Italiano Vs. tutti sulla presunta riduzione del carico fiscale o sulla sua presunta crescita. Senza lasciarsi coinvolgere nella faida verrebbe da dire banalmente che, preso atto dei vincoli o dei confini entro cui ci si può (o forse non ci si può) muovere, preso atto anche del fatto che la congiuntura mondiale, europea ed italiana sono immutate rispetto ad un anno fa', in ragione di quale fattore misterioso si potrebbe tagliare il carico fiscale senza pagare un qualche tipo di prezzo? Poi mi è capitato di rileggere la favola di Fedro che qui riporto: Un lupo, sfinito dalla magrezza, si imbatté per caso in un cane ben pasciuto. Si salutarono e si fermarono a parlare: "Dimmi un po', come fai a essere così bello lustro? Che cosa hai mangiato per avere messo su tanta carne? Io, che sono molto più forte, muoio di fame".Il cane con franchezza: ...

The Newsroom: il mondo dell'informazione nella seconda era di Barak Obama.

di Gianbattista Tagliani @gian2910 L a serie tv più attesa, in Italia, di questa stagione è "The Newsroom". Uscita negli USA nel Giugno 2012 e ora al giro di boa della seconda stagione in Italia sarà trasmessa su Rai 3 in autunno.  E' degna di nota? E' lo spaccato della redazione del programma informativo di punta di ACN (Atlantic Cable Network), arricchito, forse in modo eccessivo, da ben note dinamiche relazionali tra i personaggi: amore, ambizione, amicizia, tradimento. "The Newsroom" è l'ultima serie di una cronologia recente che ha acceso una luce sul mondo della politica e delle news aggiungendosi ai format classici, polizieschi, legal, ospedalieri o fantascientifici. Questo nuovo filone narrativo è fortemente legato alla figura di Barak Obama, vuoi per delle allusioni piuttosto esplicite (vedi "24" con Keifer Sutherland dal 2001 al 2010, con il primo candidato alla Casa Bianca afroamericano) o con riferimenti diretti come in ...

Addolcire le pillole (New link 10/10/13)

di Gianbattista Tagliani @gian2910 I l 26 Settembre scorso il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato per mano di Ben Quinn un'indiscrezione su un cambio di strategia mediatica del Ministero della Difesa di sua Maestà la Regina. Il primo passo sarà quello di moderare il profilo cerimoniale del rientro delle salme dei caduti in azione nei vari scenari dove le forze armate inglesi sono coinvolte. La seconda proposta suona come un'imbeccata dei cugini USA: graduale disimpegno di forze regolari e maggior coinvolgimento di contractors, veicoli privi di insegne e forze speciali. Un thinktank del Ministero della Difesa infatti avrebbe evidenziato come l'opinione pubblica sia meno turbata in caso di vittime tra i reparti d'elite o tra mercenari. Le prime reazioni da parte delle famiglie dei caduti sono state piuttosto aspre; Deborah Allbutt, moglie di Stephen caduto sotto fuoco amico, nel 2003 in Iraq ha bollato il new deal mediatico inglese come "nasconde...