Passa ai contenuti principali

Un paese di furboia

di Gianbattista Tagliani

Quali sono i tratti principali degli italiani agli occhi del resto del mondo? 
Estro e genialità accompagnati da uno stile unico. I geni sono spesso contraddittori e gli italiani non sono da meno.
Nel Conte di Carmagnola, Manzoni definendo una rivoluzione ha sottolineato come di rivoluzione non si possa parlare in assenza di spargimenti di sangue. Non ci può essere una vera evoluzione senza un processo catartico doloroso e sanguinario. La rivoluzione francese non s’è compiuta finchè la ghigliottina non ha reciso i legami con il pregresso. La rivoluzione maoista ha sostituito la ghigliottina ma ha seguito un percorso analogo, come la rivoluzione bolscevica o per essere più attuali la Libia o la Tunisia. Come se il sangue lavasse le colpe e permettesse una sorta di pacificazione collettiva. 
Poi ci sono le rivoluzioni all’Italiana. Il sangue è solo metaforico ma è pur sempre sangue. L’anomalia sta nel fatto che a differenza degli altri casi citati, l’elemento cruento della sommossa non solo non pacifica ma peggio, aizza e fomenta ancora più le fazioni a coltivare odio reciproco. 
Il 24 Giugno Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado a 7 anni di reclusione nell’ambito del processo diffusamente conosciuto come Rubygate. Il tribunale di Milano ha comminato una pena addirittura superiore a quella richiesta dal PM quasi interpretando la sete di “giustizia” popolare che da ormai un ventennio attende di vedere l’ex premier alla gogna. Ascoltando commenti ed analisi sulla sentenza ho avuto una sensazione di deja-vu. Gli italiani sono dei talentuosi mediatori, un popolo che predilige la concertazione e la condivisione piuttosto che l’azione autoritaria. Eppure spesso si comportano come i più agguerriti forcaioli. 
Il deja-vu m’ha riportato indietro nel tempo a diversi casi assimilabili. Di recente si è ricordato il caso Tortora coinvolto in un caso giudiziario folle che lo ha gravemente minato nel corpo e nello spirito. Eppure non sono certo mancati i forcaioli che hanno esultato vedendo un potente nella polvere. Allo stesso modo, pur essendo ogni vicenda giudiziaria una vicenda a se stante in altri casi: il caso Sofri, il caso Andreotti, le inchieste su Ottaviano Del Turco o su Calogero Mannino o ancora la vicenda Necci o la più recente indagine a carico di Luigi Bisignani. Alcuni di questi uomini sono stati riconosciuti colpevoli di quanto veniva loro contestato, altri prosciolti ma c’è un filo comune che li unisce. La “riabilitazione” postuma. Guai a chi non riconosce i successi e i meriti di manager a Lorenzo Necci o l’integrità morale di Mannino, la statura politica di Andreotti o le qualità politiche e strategiche di Bisignani. Prima linciati e poi con “geniale estro”  riabilitati. Allora a che pro il sangue versato? Che le persone coinvolte mirino al recupero della propria immagine e dignità e cosa comprensibile e condivisibile. Ma i forcaioli? La sensazione è che si sia tutti pronti a scagliare la prima pietra ma poi il timore di poterci trovare un giorno, noi, al posto dell’imputato ci spinga ad andare a recuperare in fretta e furia la pietra scagliata ed a cancellare ogni traccia delle nostre azioni. 
Il caso Idem di questi ultimi giorni è sintomatico. L’atleta-ministro è stata indotta presentare le dimissioni dal suo incarico per delle irregolarità fiscali, che ha riconosciuto e che s’è dichiarata pronta a sanare. Eppure i forcaioli, estrosi e geniali hanno preteso la loro razione di sangue, salvo poi impegnarsi loro stessi per primi a trovare soluzioni alternative che però diano lo stesso risultato, non pagare o pagare meno tasse possibili. Non ho elementi per esprimere un’opinione su Josefa Idem come ministro, perché troppo breve è stata la sua esperienza, ma ho elementi in abbondanza per rilevare che se le dimissioni siano da considerarsi giuste e doverose, l’Italia può mettersi l’anima in pace e disertare ogni futura tornata elettorale. Quale italico campione di rettitudine può definirsi certo che pur essendo retti non abbia mai commesso un’irregolarità? Le rivoluzioni chiamano sangue a cui segue la pacificazione. Se noi continuiamo a invocare la forca non ci saranno più italiani da pacificare.


Commenti

Post popolari in questo blog

Il Lupo e il Cane (Fedro)

3 Novembre 2013 di Gianbattista Tagliani @gian2910 In questi ultimi giorni assistiamo ad un ripetuto botta e risposta, Governo Italiano Vs. tutti sulla presunta riduzione del carico fiscale o sulla sua presunta crescita. Senza lasciarsi coinvolgere nella faida verrebbe da dire banalmente che, preso atto dei vincoli o dei confini entro cui ci si può (o forse non ci si può) muovere, preso atto anche del fatto che la congiuntura mondiale, europea ed italiana sono immutate rispetto ad un anno fa', in ragione di quale fattore misterioso si potrebbe tagliare il carico fiscale senza pagare un qualche tipo di prezzo? Poi mi è capitato di rileggere la favola di Fedro che qui riporto: Un lupo, sfinito dalla magrezza, si imbatté per caso in un cane ben pasciuto. Si salutarono e si fermarono a parlare: "Dimmi un po', come fai a essere così bello lustro? Che cosa hai mangiato per avere messo su tanta carne? Io, che sono molto più forte, muoio di fame".Il cane con franchezza: ...

The Newsroom: il mondo dell'informazione nella seconda era di Barak Obama.

di Gianbattista Tagliani @gian2910 L a serie tv più attesa, in Italia, di questa stagione è "The Newsroom". Uscita negli USA nel Giugno 2012 e ora al giro di boa della seconda stagione in Italia sarà trasmessa su Rai 3 in autunno.  E' degna di nota? E' lo spaccato della redazione del programma informativo di punta di ACN (Atlantic Cable Network), arricchito, forse in modo eccessivo, da ben note dinamiche relazionali tra i personaggi: amore, ambizione, amicizia, tradimento. "The Newsroom" è l'ultima serie di una cronologia recente che ha acceso una luce sul mondo della politica e delle news aggiungendosi ai format classici, polizieschi, legal, ospedalieri o fantascientifici. Questo nuovo filone narrativo è fortemente legato alla figura di Barak Obama, vuoi per delle allusioni piuttosto esplicite (vedi "24" con Keifer Sutherland dal 2001 al 2010, con il primo candidato alla Casa Bianca afroamericano) o con riferimenti diretti come in ...

Addolcire le pillole (New link 10/10/13)

di Gianbattista Tagliani @gian2910 I l 26 Settembre scorso il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato per mano di Ben Quinn un'indiscrezione su un cambio di strategia mediatica del Ministero della Difesa di sua Maestà la Regina. Il primo passo sarà quello di moderare il profilo cerimoniale del rientro delle salme dei caduti in azione nei vari scenari dove le forze armate inglesi sono coinvolte. La seconda proposta suona come un'imbeccata dei cugini USA: graduale disimpegno di forze regolari e maggior coinvolgimento di contractors, veicoli privi di insegne e forze speciali. Un thinktank del Ministero della Difesa infatti avrebbe evidenziato come l'opinione pubblica sia meno turbata in caso di vittime tra i reparti d'elite o tra mercenari. Le prime reazioni da parte delle famiglie dei caduti sono state piuttosto aspre; Deborah Allbutt, moglie di Stephen caduto sotto fuoco amico, nel 2003 in Iraq ha bollato il new deal mediatico inglese come "nasconde...