di Gianbattista Tagliani
Per completare il quadro sul mondo social visto dall’Italia, dopo aver ascoltato il punto di vista della TV (Laura Riccetti TG5), della Radio (Giorgio Zanchini Radio3) e il punto degli operatori economici (Marco barbieri INPS) chiudiamo con le news più tradizionali; stampa in edicola ed agenzie. Abbiamo ascoltato Victor Simpson, direttore del desk romano di Associated Press.
Victor Simpson; nel
mondo di oggi non si può pensare di fare a meno dei social network. Se lo si facesse,
rimanere fuori contesto, più che un
rischio sarebbe una certezza . Per questo AP è attiva e molto attenta sia a
Twitter che a Facebook. Quanto a come vengano inquadrati anche io avrei
difficoltà a scegliere tra la veste di fonte o di aggregatore di feedback. In uno scenario di guerra o comunque di
agitazione popolare, il valore di fonte è indiscutibile per quanto sia anche
potenzialmente pericoloso in termini di
credibilità. Per questo AP cita i social solo dopo aver accuratamente
verificato la fonte. Ad esempio seguendo le vicende siriane degli ultimi mesi,
prima che una notizia venga immessa nel news wire viene verificata più volte.
Se non si è certi è meglio non rischiare.
Twitter e Facebook
sono anche aggregatori di feedback?
Victor Simpson ; senz’altro.
Per questo dicevo che non sarebbe stato facile inquadrarli in una sola veste.
Gli Headquarters di AP ci incoraggiano a pubblicare contenuti sui social, anche
a titolo personale. Questi come altri sono tutti strumenti utili ed efficaci a
promuovere l’immagine ed il prestigio dell’agenzia nel mondo. Quando invece
siamo noi a seguire i contenuti diffusi da altri non possiamo prescindere dal
valutare prima di tutto la credibilità ed affidabilità della persona e poi
ovviamente anche la veridicità della notizia in se. Ciò non implica che
monitoriamo solo gli opinion leaders. Seguiamo tutti i contenuti ma sempre con
il metodo della più accurata verifica preventiva . Non ho alcun timore ad
affermare che i media tradizionali sono praticamente “morti”. L’Italia
rappresenta un’anomali significativa rispetto al resto del sistema informativo.
Il finanziamento pubblico dei giornali da l’illusione che possano sopravvivere
all’innovazione ma come ho detto si tratta solo di un’illusione. D’altronde
sono continui e sempre di più i segnali in questo senso. Nell’ultimo trimestre
2012 le vendite di PC sono calate del 14% perché, per quanto possa sembrare
paradossale, anche i pc sono ormai “obsoleti”
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