di Gianbattista Tagliani Il 27 gennaio scorso ho scritto della storia di Artur Baptista Da Silva. Era la storia di un qualsiasi membro della cosiddetta società civile che s’è reinventato autorevole consulente delle Nazioni Unite, esperto stratega, risolutore di crisi. Il signor Da Silva però non era che un pregiudicato per reati della stessa natura: millantato credito. La “notizia” però era che il sedicente consulente ONU era riuscito ad accreditarsi nel mondo dell’informazione, solo, perché nessuno, Reuters inclusa, s’era preso la briga di fare quello che in gergo si chiama “background check” della persona. Questo episodio è però solo l’ultimo di un elenco piuttosto corposo di casi di falsa, non verificata, fraudolenta o strumentale informazione. L’Inghilterra, diffusamente ritenuta la patria della libertà d’informazione, nonostante la libertà di stampa sia stata concessa solo nel 1662 con la restaurazione della monarchia, è stata sorprendentemente il luogo prediletto ...