29 Ottobre 2013
di Gianbattista Tagliani @gian2910
Oggi 29 Ottobre sul sito di Repubblica è stata pubblicata un'intervista al Ministro Bonino. Emma Bonino si trova a Milano per la presentazione Centro Euro Mediterraneo per le PMI (Fondazione EMDC). Incontrando la stampa si è sentita subito rivolgere delle domande sul Datagate. (vedi vdeo).
Il Ministro ha correttamente e doverosamente precisato che non è materia di sua competenza ma della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Copasir e dei Servizi. Ha commentato i recenti sviluppi auspicando una soluzione rapida non solo nell'interesse dei soggetti spiati ma anche e soprattutto degli amici/alleati USA. Non appena un altro cronista ha incalzato il Ministro sul tema con altre domande la Bonino ha cortesemente quanto fermamente ribadito che le domande a cui avrebbe risposto sarebbero state solo quelle per le quali fosse stata competente ed in grado di fornire risposte adeguate. Piuttosto evidente è apparso lo sconforto (quasi fastidio) dei cronisti presenti. Eppure quanto è accaduto è non solo giusto e/o corretto in termini dialettici ma è anche un assist del ministro al cronista perché faccia il proprio lavoro professionalmente ed in modo coerente con la deontologia del giornalista. E' ormai troppo tempo che i colleghi giornalisti hanno accantonato la proprio professione in favore dell'immediatezza sensazionalistica mirata solo ed esclusivamente alla gratificazione degli investitori pubblicitari. Il Ministro Bonino invece ancora una volta ha cercato di richiamare il "press corp" alla realtà. Già lo aveva fatto il 19 Ottobre scorso quando aveva definito l'attività del Ministro degli Esteri, nel contesto di un Governo fondato sulle larghe intese, una "Mission Impossible". Ora lo ha ripetuto da Milano. Il punto è il comportamento della stampa. Il Min. Bonino ha scherzato sul fatto che i giornalisti siano usi a ministri o altri soggetti politici che discettino su qualsiasi tema anche quelli che non competono loro. E lo ha fatto a ben vedere. Sono mesi che ogni giorno leggiamo, guardiamo o ascoltiamo le più prestigiose firme italiane, stracciarsi le vesti in segno di sdegno per l'apatia della classe politica e per la sua naturale tendenza a divagare su temi di secondo o terzo piano, ignorando le emergenze (lavoro, precariato ecc...). Eppure loro stessi (i giornalisti) continuano ad inchiodare, chiunque si trovi difronte i loro microfoni, solo ed esclusivamente al gossip da portinai del quotidiano. Mai che si rivolga una domanda tipo : "Come pensa di realizzare la riforma dell'istruzione? Per poterla realizzare cosa si dovrà sacrificare?". Mai e poi mai.
di Gianbattista Tagliani @gian2910
Oggi 29 Ottobre sul sito di Repubblica è stata pubblicata un'intervista al Ministro Bonino. Emma Bonino si trova a Milano per la presentazione Centro Euro Mediterraneo per le PMI (Fondazione EMDC). Incontrando la stampa si è sentita subito rivolgere delle domande sul Datagate. (vedi vdeo).
Il Ministro ha correttamente e doverosamente precisato che non è materia di sua competenza ma della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Copasir e dei Servizi. Ha commentato i recenti sviluppi auspicando una soluzione rapida non solo nell'interesse dei soggetti spiati ma anche e soprattutto degli amici/alleati USA. Non appena un altro cronista ha incalzato il Ministro sul tema con altre domande la Bonino ha cortesemente quanto fermamente ribadito che le domande a cui avrebbe risposto sarebbero state solo quelle per le quali fosse stata competente ed in grado di fornire risposte adeguate. Piuttosto evidente è apparso lo sconforto (quasi fastidio) dei cronisti presenti. Eppure quanto è accaduto è non solo giusto e/o corretto in termini dialettici ma è anche un assist del ministro al cronista perché faccia il proprio lavoro professionalmente ed in modo coerente con la deontologia del giornalista. E' ormai troppo tempo che i colleghi giornalisti hanno accantonato la proprio professione in favore dell'immediatezza sensazionalistica mirata solo ed esclusivamente alla gratificazione degli investitori pubblicitari. Il Ministro Bonino invece ancora una volta ha cercato di richiamare il "press corp" alla realtà. Già lo aveva fatto il 19 Ottobre scorso quando aveva definito l'attività del Ministro degli Esteri, nel contesto di un Governo fondato sulle larghe intese, una "Mission Impossible". Ora lo ha ripetuto da Milano. Il punto è il comportamento della stampa. Il Min. Bonino ha scherzato sul fatto che i giornalisti siano usi a ministri o altri soggetti politici che discettino su qualsiasi tema anche quelli che non competono loro. E lo ha fatto a ben vedere. Sono mesi che ogni giorno leggiamo, guardiamo o ascoltiamo le più prestigiose firme italiane, stracciarsi le vesti in segno di sdegno per l'apatia della classe politica e per la sua naturale tendenza a divagare su temi di secondo o terzo piano, ignorando le emergenze (lavoro, precariato ecc...). Eppure loro stessi (i giornalisti) continuano ad inchiodare, chiunque si trovi difronte i loro microfoni, solo ed esclusivamente al gossip da portinai del quotidiano. Mai che si rivolga una domanda tipo : "Come pensa di realizzare la riforma dell'istruzione? Per poterla realizzare cosa si dovrà sacrificare?". Mai e poi mai.